Proponiamo alcuni articoli e commenti sulla Bottega solidale come testimonianza del vivo impegno dietro questo progetto.
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Da "Famiglia Cristiana" n° 3/1998
La "bottega della Solidarietà" distribuisce gratis gli alimentari vicini alla scadenza a chi non riesce a sbarcare il lunario
Le vecchie saracinesche del chiosco di legno sono state appena sollevate e già i primi "clienti" iniziano ad arrivare, sacchetti di plastica in mano.
Sono mamme con i bambini in braccio, pensionati, disoccupati, qualche immigrato. Un paio di curiosi sosta fuori a guardare la vetrina illuminata.
Da tempo, infatti, quel negozietto era chiuso. Dentro, un manifesto nero appeso all'unica parete libera da scaffali porta scritto "La bottega solidale".
La generosità incontra il bisogno. Dietro al bancone del piccolo spaccio, Ida, Lina, Luciana e Valeria servono con gentilezza chi è entrato, riempiendo le borse con generi alimentari a richiesta: pane, spaghetti, olio, scatolette di alimentari, latte. Oggi di verdura ci sono spinaci e carciofi. Come frutta mele e banane. E ci sta pure il panettone.
Tutto normale. Ma la cosa curiosa è che la cassa non esiste e tantomeno gli scontrini. Solo un timbro e un tampone per vidimare una tessera che l'avventore esibisce a spesa avvenuta. Un bel sorriso, "auguri, buonasera", e via.
Funziona così da due settimane la "bottega solidale",
l'ultima, singolare iniziativa di volontariato sociale messa in piedi da quel
vulcano di idee che è Don Armando Trevisiol, sessantenne, da quasi
trent'anni parroco ai Santi Gervasio e Protasio di Carpenedo a Mestre.
Grazie ai volontari della parrocchia, alla Caritas e alla San Vincenzo de'
Paoli, la "bottega" offre la possibilità a chi ha
difficoltà economiche di farsi una spesa gratis alla settimana. Basta
richiedere prima un tesserino rilasciato dai responsabili dei servizi sociali
dei Consigli di Quartiere che collaborano con l'iniziativa, o dai promotori
della stessa.
Don Armando spiega com'è nato il servizio: "L'idea di sfruttare quel chiosco, addossato alla chiesa, per farne un negozio della solidarietà, mi venne in mente ancora otto anni fa, ma non mi è riuscito di ottenere lo spazio prima di oggi."
Tutto parte da un'amara constatazione del sacerdote: "Noi facciamo un enorme spreco quotidiano di generi alimentari ancora commestibili, che i supermercati sono costretti a buttare perché vicini alla data di scadenza. Allora perché non organizzare un servizio giornaliero di raccolta capillare di questi generi e metterli a disposizione di chi non può permettersene l'acquisto?"
Così ogni giorno, alle prime luci dell'alba, una dozzina di pensionati volontari delle parrocchia, (il gruppo "San Cristoforo" n.d.r.) muniti di furgoncino, iniziano a girare per alcuni ipermercati di Mestre e a ritirare gli alimentari; la frutta e la verdura vengono invece forniti dai Mercati generali. A Carpenedo quindi avviene la pulitura e la selezione degli alimenti offerti.
"Un giorno siamo riusciti a raccogliere fino a quattro quintali di pane, oltre a molti dolci e brioches, ma era durante le feste di Natale. Non so se riusciremo ad essere sempre così fortunati", osserva il parroco di Carpenedo.
Ogni pomeriggio, dal lunedì al venerdì, dalle ore 15:30 alle ore 17:30, una trentina di volontarie si alterna a turno per garantire l'apertura della "bottega". Inaugurata il 7 Gennaio scorso, sembra davvero andare incontro ai bisogni di tanti mestrini, vista l'affluenza delle persone allo spaccio: già una quarantina al giorno dopo soltanto una settimana di apertura, senza ancora nessuna pubblicità. Ma in questi casi il "passaparola" è più efficace dei manifesti appesi ai muri. Sono già state distribuite mille tessere presso gli enti e le parrocchie che aderiscono all'iniziativa e altre verranno consegnate in futuro.
"I poveri, qui come altrove, sono tanti, anche se siamo nel ricco Veneto", continua Don Armando Trevisiol: "Non sono soltanto i senza fissa dimora, gli extracomunitari, ma anche tante famiglie, magari con due o tre figli, che devono vivere con pensioni o stipendi di un milione al mese. Questi casi sono anche i più difficili, perché bisogna aiutare senza offendere la dignità delle persone. Proprio per questo, discretamente, la bottega cerca di venire incontro a chi non ce la fa a sbarcare il lunario".
Mentre si sta cercando di coinvolgere nell'iniziativa altri esercizi commerciali, alla San Vincenzo de' Paoli di Mestre hanno già pensato di lanciare l'idea della "bottega solidale" anche in altre città italiane.
Don Trevisiol è ormai noto in città per aver in questi anni realizzato più di un progetto sociale per aiutare gli indigenti e gli anziani. Il Sacerdote è anche assistente ecclesiale della San Vincenzo di Mestre, che gestisce la mensa per i poveri di Ca' Letizia.
La Bottega solidale è la più affollata tra tutti i piccoli
negozi della città. Ci sono stati segnalati mille nomi di concittadini
che si trovano in difficoltà ad acquistare quanto è necessario
per vivere; 400 di questi vengono tutte le settimane a ritirare i generi
alimentari, gli altri saltuariamente.
E' vero, non sono tutti santi, però basta vederli
in faccia quando aspettano fuori il turno, e ti rendi subito
conto che sono poveri in tutti i sensi.
La città deve essere come una famiglia: chi ha più risorse deve dare una mano a chi ne ha meno, noi tentiamo di fare la nostra piccola parte, il lettore veda di fare il resto.
I volontari
Mestre 15 dicembre 2001
Ai responsabili delle aziende
Almeno una volta all'anno
Nei discorsi che si fanno, soprattutto in chiesa, si insiste quanto mai per passare il convincimento che la solidarietà non è un vestito che si tira fuori ogni tanto, in determinate occasioni, ma deve essere invece un comportamento che ci deve accompagnare ogni giorno e in tutte le situazioni.
Ritengo che questa "dottrina" sia quanto mai giusta, però è anche vero il proverbio popolare che afferma che "qualcosa è sempre meglio di niente". Noi condividiamo ed ammiriamo il comportamento di certe aziende e di certi benefattori che regolarmente ci fanno pervenire il loro contributo per assistere i poveri, siamo infatti ammirati e grati per le elargizioni regolari del biscottificio Crik di Zenson di Piave, e di certe ditte dei mercati generali di frutta e verdura di Venezia, Mestre e Treviso; parimenti facciamo conto e siamo riconoscenti a certi benefattori che mensilmente ci fanno pervenire il loro contributo per i poveri della Bottega Solidale, ma non per questo ci esoneriamo dal sollecitare tutti coloro che, in occasione del Natale, si sentono maggiormente spinti a dare la loro offerta in generi alimentari o in denaro per assistere i cittadini meno abbienti, anche perché quanto riceviamo in sovrabbondanza lo distribuiamo nel tempo durante l'anno.
Siamo perciò a ricordare a tutti i nostri amici di mettere in programma un aiuto ordinario o straordinario in occasione del Natale, la stagione in cui la carità fiorisce più abbondantemente. Mandiamo questa lettera circolare a quasi 200 aziende che operano nel settore alimentare e ai singoli benefattori, che nel tempo ci hanno aiutato, per sollecitarli a compiere la loro opera di bene in occasione di questa grande festività che ci trova tutti più propensi ad essere più generosi verso gli altri.
Ci auguriamo che tutte le aziende a cui ci rivolgiamo abbiano fatto utili durante questo 2001 che sta per finire e perciò abbiano la possibilità di rendere compartecipi anche i concittadini meno fortunati dei risultati positivi.
In attesa di un cortese e generoso riscontro, porgiamo i migliori auguri di Buone Feste.
Per la Bottega solidale
Sac. Armando Trevisiol
© Parrocchia di Carpenedo - Mestre (VE)