Ragazzi di II media:
percorso di conoscenzapdi sé stessi e dei rapporti con gli altri
Il Signore ha un progetto di vita grande per ciascuno di noi. Un progetto
nel quale rientrano tutte e le tre componenti costitutive della nostra
quotidianità: gli affetti, il lavoro e il tempo libero, com'è solito
ricordare il patriarca Angelo. Ma che cosa significa voler bene a un'altra
persona? Che cosa vuol dire innamorarsi?
In queste settimane che dall'Avvento ci portano alla Quaresima, i ragazzi
di seconda media stanno affrontando un percorso di conoscenza di sé stessi
e dei rapporti con gli altri, anzitutto i coetanei, accompagnati da don
Danilo e dai loro educatori alla fede. Si tratta di un cammino in cinque
tappe, concordato e verificato passo passo anche con i genitori, che ha
l'obiettivo di trasmettere l'importanza di un'affettività vissuta con
serietà e responsabilità.
Nell'incontro settimanale del martedì, così, i ragazzi si stanno
confrontando con un tema con cui non è sempre facile approcciarsi, magari
per imbarazzo, incontrandone le chiavi di lettura cristiane con l'aiuto dei
loro amici più grandi. Si è cominciato con la distribuzione di un
questionario a risposte multiple, preparato con il supporto di alcuni
esperti della Diocesi, al termine del quale i ragazzi hanno potuto
esprimere anche le domande sui loro dubbi in materia. Si è continuato, poi,
con l'analisi e il commento di alcuni ritagli di articoli tratti da
giornali rivolti ai preadolescenti. E quindi si è arrivati alla scrittura
di una lettera, per quanto ideale, da scambiare tra ragazzi e ragazze in
cui ciascuno ha cercato di mettere in luce i rispettivi pregi e difetti. Le
prossime due volte saranno dedicate all'incontro dei ragazzi con alcune
coppie di sposi che testimonieranno loro la bellezza e l'importanza
dell'unione nel sacramento del matrimonio, secondo la propria esperienza di
vita. Infine sarà spiegato loro, con l'intervento di don Danilo, lo stile
per vivere secondo la proposta cristiana la naturale propensione a voler
bene o ad innamorarsi di un'altra persona. Uno stile che rifugge dalla
logiche dell'usa e getta o dello scambio del dare ed avere per interesse,
com'è purtroppo spesso in voga nella società odierna, per fare spazio,
piuttosto, al dono di sé secondo l'esempio vivente di Cristo, che salendo
sulla croce ha trasformato la sua onnipotenza in impotenza per la nostra
salvezza.
Un modo di essere, questo, magari più faticoso ma certo più arricchente per
poter dire, un giorno, di aver vissuto anche l'esperienza degli affetti,
con gli amici e con la persona del cuore, in maniera più autentica.
© Parrocchia di Carpenedo - Mestre (VE)