Marcia - veglia della Pace 2010
Che cosa ha a che fare Cristo con la mia vita? Non c'è nulla di
profondamente umano che non sia anche autenticamente cristiano: questa è la
legge dell'incarnazione. La nostra fede non ha nulla di astratto, aereo,
angelico. Il nostro Patriarca insiste spesso su questi temi. Lo ha fatto
anche sabato 30 gennaio durante la marcia - veglia per la pace. Da molti
anni ormai la nostra chiesa dedica una giornata alla riflessione e alla
preghiera per la pace partendo dagli spunti lanciati dal papa nel suo
tradizionale messaggio per la giornata mondiale della pace del primo
gennaio.
Quest'anno il tema di tale messaggio era "se vuoi costruire la pace, custodisci il creato". È a partire da questo titolo che sono stati costruiti i due momenti della giornata. Nel pomeriggio, ospitati nel patronato della parrocchia di S. Marco di Mira Porte, 170 giovanissimi delle superiori (tra cui anche molti ragazzi della nostra parrocchia), in un clima di festa, hanno vissuto una serie di laboratori: l'incontro con un rifugiato politico afgano che ha raccontato il dramma di molti profughi del suo paese, la presentazione da parte di un gruppo scout di Oriago di una esperienza di accoglienza e condivisione con dei giovani palestinesi, una riflessione sui propri consumi, la conoscenza della realtà del Sermig di Torino attraverso l'incontro di due giovani che vivono lì e che hanno sottolineato l'importanza di "buone idee" e di "buon cuore", un laboratorio teatrale. Il pomeriggio si è chiuso con la consegna a tutti i gruppi presenti di una piccola pianta con l'impegno di custodirla: voleva essere un segno simbolico della necessità del nostro prenderci cura del creato e degli altri per poter essere costruttori di pace.
Il momento della sera è stata una veglia di preghiera a partire dalla dimensione dei cinque sensi: ha aiutato in questa riflessione la professoressa Giuliana Martirani che ha guardato al creato in un'ottica di fede: la creazione è simile al corredo e ai preparativi che fanno due genitori in attesa di un figlio; è, insomma, un dono e un gesto d'amore di Dio verso di noi. Ha poi sottolineato l'importanza dei cinque sensi (non potremmo pensare nessuna esperienza al di fuori di essi) e come questi possano essere usati bene o male. Il Patriarca si è inserito in questa riflessione mostrando come il motivo dell'essere a Mira a pregare per la pace, del riflettere sul nostro rapporto con il creato, è che Cristo ha a che fare con tutto l'umano. Ha anche ricordato come l'uso dei cinque sensi entra nel nostro rapporto con Cristo (il gusto nel mangiare l'eucarestia e l'udito nell'ascoltare la Parola di Dio solo per fare due esempi), proprio perché questo rapporto è estremamente concreto.
© Parrocchia di Carpenedo - Mestre (VE)