Domenica delle Palme 2003
GESÙ MUORE
Signore a Te la mia preghiera
a Te il mio canto questa sera,
chissà se avrai ancora
la forza di ascoltarmi
o mio Signore.
Il tuo passo è ormai stanco,
le tue spalle son tagliate,
un uomo come noi
oggi muore sulla croce
per noi.
Canto a Te dalla polvere scura
io ti prego tra due ali di folla.
Il peso della croce
è duro da sopportare,
o mio Signore.
All'uomo d'oggi che non crede
all'uomo d'oggi che non ama
la tua morte
ha ridato la vita
o mio Signore.
Che senso ha per noi oggi, trovarci insieme a pregare? Verrebbe
istintivo guardando gli avvenimenti di oggi, scoraggiarsi e pensare che
la preghiera non abbia alcuna forza. Ma se è vero che il
mare è formato da gocce d’acqua, la farina da
chicchi di grano, il coro da più voci, allora la pace del
mondo può iniziare anche dalla nostra “piccola
preghiera”.
Trovarci qui oggi per pregare diventa “forza”,
perché segno di un obiettivo comune e la preghiera che
giunge al cielo da una comunità di persone è
già un seme di pace gettato.
SALMO 22 (21)
Solo:
"Dio mio, Dio mio,
perché mi hai abbandonato?
Tu sei lontano dalla mia salvezza";
sono le parole del mio lamento.
Dio mio, invoco di giorno e non rispondi,
grido di notte e non trovo riposo.
Tutti:
Eppure tu abiti la santa dimora,
tu, lode di Israele.
In te hanno sperato i nostri padri,
hanno sperato e tu li hai liberati;
a te gridarono e furono salvati,
sperando in te non rimasero delusi.
Solo:
Ma io sono verme, non uomo,
infamia degli uomini,
rifiuto del mio popolo.
Mi scherniscono quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
Coro:
"Si è affidato al Signore, lui lo scampi;
lo liberi, se è suo amico".
Solo:
Sei tu che mi hai tratto dal grembo,
mi hai fatto riposare
sul petto di mia madre.
Al mio nascere tu mi hai raccolto,
dal grembo di mia madre
sei tu il mio Dio.
Da me non stare lontano,
poiché l'angoscia è vicina
e nessuno mi aiuta.
Mi circondano tori numerosi,
mi assediano tori di Basan.
Spalancano contro di me la loro bocca
come leone che sbrana e ruggisce.
Come acqua sono versato,
sono slogate tutte le mie ossa.
Il mio cuore è come cera,
si fonde in mezzo alle mie viscere.
È arido come un coccio il mio palato,
la mia lingua si è incollata alla gola,
su polvere di morte mi hai deposto.
Un branco di cani mi circonda,
mi assedia una banda di malvagi;
hanno forato le mie mani e i miei piedi,
posso contare tutte le mie ossa.
Essi mi guardano, mi osservano:
si dividono le mie vesti,
sul mio vestito gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, accorri in mio aiuto.
Scampami dalla spada,
dalle unghie del cane la mia vita.
Salvami dalla bocca del leone
e dalle corna dei bufali.
Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all'assemblea.
Tutti:
Lodate il Signore, voi che lo temete,
gli dia gloria la stirpe di Giacobbe,
lo tema tutta la stirpe d'Israele;
perché egli non ha disprezzato
né sdegnato l'afflizione del misero,
non gli ha nascosto il suo volto,
ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito.
Solo:
Sei tu la mia lode
nella grande assemblea,
scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
Tutti:
I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano:
"Viva il loro cuore per sempre".
Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra,
si prostreranno davanti a lui
tutte le famiglie dei popoli.
Poiché il regno è del Signore,
egli domina su tutte le nazioni.
A lui solo si prostreranno
quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti scendono nella polvere.
Solo:
E io vivrò per lui,
lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore
alla generazione che viene;
annunzieranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
Tutti:
"Ecco l'opera del Signore!".
ATTI DEGLI APOSTOLI 10
At 10,1 C'era in Cesarèa un uomo di nome Cornelio,
centurione della coorte Italica,
2 uomo pio e timorato di Dio con tutta la sua famiglia; faceva molte
elemosine al popolo e pregava sempre Dio.
3 Un giorno verso le tre del pomeriggio vide chiaramente in visione un
angelo di Dio venirgli incontro e chiamarlo:
«Cornelio!».
4 Egli lo guardò e preso da timore disse: «Che
c'è, Signore?». Gli rispose: «Le tue
preghiere e le tue elemosine sono salite, in tua memoria, innanzi a Dio.
5 E ora manda degli uomini a Giaffa e fa' venire un certo Simone detto
anche Pietro.
6 Egli è ospite presso un tal Simone conciatore, la cui casa
è sulla riva del mare».
7 Quando l'angelo che gli parlava se ne fu andato, Cornelio
chiamò due dei suoi servitori e un pio soldato fra i suoi
attendenti e,
8 spiegata loro ogni cosa, li mandò a Giaffa.
9 Il giorno dopo, mentre essi erano per via e si avvicinavano alla
città, Pietro salì verso mezzogiorno sulla
terrazza a pregare.
10 Gli venne fame e voleva prendere cibo. Ma mentre glielo preparavano,
fu rapito in estasi.
11 Vide il cielo aperto e un oggetto che discendeva come una tovaglia
grande, calata a terra per i quattro capi.
12 In essa c'era ogni sorta di quadrupedi e rettili della terra e
uccelli del cielo.
13 Allora risuonò una voce che gli diceva:
«Alzati, Pietro, uccidi e mangia!».
14 Ma Pietro rispose: «No davvero, Signore, poiché
io non ho mai mangiato nulla di profano e di immondo».
15 E la voce di nuovo a lui: «Ciò che Dio ha
purificato, tu non chiamarlo più profano».
16 Questo accadde per tre volte; poi d'un tratto quell'oggetto fu
risollevato al cielo.
17 Mentre Pietro si domandava perplesso tra sé e
sé che cosa significasse ciò che aveva visto, gli
uomini inviati da Cornelio, dopo aver domandato della casa di Simone,
si fermarono all'ingresso.
18 Chiamarono e chiesero se Simone, detto anche Pietro, alloggiava
colà.
19 Pietro stava ancora ripensando alla visione, quando lo Spirito gli
disse: «Ecco, tre uomini ti cercano;
20 alzati, scendi e va' con loro senza esitazione, perché io
li ho mandati».
21 Pietro scese incontro agli uomini e disse: «Eccomi, sono
io quello che cercate. Qual è il motivo per cui siete
venuti?».
22 Risposero: «Il centurione Cornelio, uomo giusto e timorato
di Dio, stimato da tutto il popolo dei Giudei, è stato
avvertito da un angelo santo di invitarti nella sua casa, per ascoltare
ciò che hai da dirgli».
23 Pietro allora li fece entrare e li ospitò.
Il giorno seguente si mise in viaggio con loro e alcuni fratelli di
Giaffa lo accompagnarono.
24 Il giorno dopo arrivò a Cesarèa. Cornelio
stava ad aspettarli ed aveva invitato i congiunti e gli amici intimi.
25 Mentre Pietro stava per entrare, Cornelio andandogli incontro si
gettò ai suoi piedi per adorarlo.
26 Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Alzati: anch'io
sono un uomo!».
27 Poi, continuando a conversare con lui, entrò e trovate
riunite molte persone disse loro:
28 «Voi sapete che non è lecito per un Giudeo
unirsi o incontrarsi con persone di altra razza; ma Dio mi ha mostrato
che non si deve dire profano o immondo nessun uomo.
29 Per questo sono venuto senza esitare quando mi avete mandato a
chiamare. Vorrei dunque chiedere: per quale ragione mi avete fatto
venire?».
30 Cornelio allora rispose: «Quattro giorni or sono, verso
quest'ora, stavo recitando la preghiera delle tre del pomeriggio nella
mia casa, quando mi si presentò un uomo in splendida veste
31 e mi disse: Cornelio, sono state esaudite le tue preghiere e
ricordate le tue elemosine davanti a Dio.
32 Manda dunque a Giaffa e fa' venire Simone chiamato anche Pietro;
egli è ospite nella casa di Simone il conciatore, vicino al
mare.
33 Subito ho mandato a cercarti e tu hai fatto bene a venire. Ora
dunque tutti noi, al cospetto di Dio, siamo qui riuniti per ascoltare
tutto ciò che dal Signore ti è stato
ordinato».
34 Pietro prese la parola e disse: «In verità sto
rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone,
35 ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo
appartenga, è a lui accetto.
36 Questa è la parola che egli ha inviato ai figli
d'Israele, recando la buona novella della pace, per mezzo di
Gesù Cristo, che è il Signore di tutti.
37 Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la
Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da
Giovanni;
38 cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e
potenza Gesù di Nazaret, il quale passò
beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del
diavolo, perché Dio era con lui.
39 E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione
dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce,
40 ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse,
41 non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che
abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.
42 E ci ha ordinato di annunziare al popolo e di attestare che egli
è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio.
43 Tutti i profeti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in
lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome».
44 Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo
scese sopra tutti coloro che ascoltavano il discorso.
45 E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si
meravigliavano che anche sopra i pagani si effondesse il dono dello
Spirito Santo;
46 li sentivano infatti parlare lingue e glorificare Dio.
47 Allora Pietro disse: «Forse che si può proibire
che siano battezzati con l'acqua questi che hanno ricevuto lo Spirito
Santo al pari di noi?».
48 E ordinò che fossero battezzati nel nome di
Gesù Cristo. Dopo tutto questo lo pregarono di fermarsi
alcuni giorni.
I BAMBINI COMINCIANO LA LORO
RIFLESSIONE
GLI ADULTI MEDITANO, PRIMA
SINGOLARMENTE, POI IN GRUPPI, A PARTIRE DA QUESTI STIMOLI
In questo brano degli Atti si parla di un incontro: quello di Dio con
gli uomini e quello di due gruppi di uomini ( pagani ed ebrei). Nella
nostra esperienza spesso ci riconosciamo in un gruppo di uomini: siano
essi pagani od ebrei, cristiani od ortodossi, mussulmani od ebrei, atei
o credenti, cristiani della pace o cristiani dell’obbedienza,
destra o sinistra, bianchi o neri. La possibilità di
distinguo è enorme: pensiamo a quante lacerazioni stiamo
vivendo in questo periodo: ognuno di noi ha un’idea di pace,
un modo di sognarla, di indicarla agli altri, di viverla. La
nostra verità ha il sopravvento anche se ci mancano le
parole per spiegare agli altri, per convincerli della bontà
delle nostre idee. Dio invece parla a tutti gli uomini e a tutti tocca
il cuore; lo ha toccato a Cornelio e ai suoi servitori, a Pietro e ai
discepoli.
Preparando questo incontro abbiamo pensato a noi sposi, a quando
abbiamo avuto consapevolezza della parola del Signore nella nostra
vita. Forse non ce ne siamo accorti subito, ma ora, a distanza di
qualche anno, vediamo le cose con maggiore chiarezza. Rivediamo quella
ragazza che ci faceva battere il cuore, l’attesa di un nuovo
incontro, lo sguardo intenso, a volte perso di quel giovane uomo che
avevamo già scelto. E in questo amore la parola di Dio si
è fatta spazio, ha fatto nascere e lievitare un progetto di
vita, che a sua volta ha generato vita. E allora se questa parola
capace di trasformazioni così profonde, capace addirittura
di far incontrare e generare è la lingua parlata da Dio che
tocca il cuore di ogni uomo, come è possibile che poi ognuno
la interpreti a modo suo? Come è possibile che un messaggio
di pace e fratellanza venga frainteso, generi divisioni, discordie,
contrapposizioni? Ancora ai giorni nostri Dio è preso a
pretesto per giustificare le azioni degli uomini. Invece di invocare il
Signore per chiedere perdono per quello che commettiamo, lo indossiamo
come una “protezione preventiva” che ci autorizza a
compiere qualsiasi gesto. L’insegnamento che viene invece da
questo brano è che persone di cultura, provenienza, fede
diverse, se toccate dalla sua parola, possono riunirsi come fratelli e
ascoltare quello che Lui ha da dirci.
ASCOLTIAMOLO!
TRACCIA DI LAVORO PER I GRUPPI
1) Cornelio e Pietro
grazie a sogni diversi, approdano ad un incontro frutto di un
sincronismo straordinario voluto da Dio. Loro accettano la proposta, si
fidano, si lasciano coinvolgere. Nella nostra esperienza di coppia
sappiamo riconoscere l’intervento di Dio che ha voluto il
nostro incontro? All’epoca ce ne siamo accorti?
Gesù morendo ci ha mostrato il suo amore assoluto ed
incondizionato. Lasciarsi coinvolgere dal suo progetto continua a
rinnovare tra noi un amore come il suo?
2) Tutti gli uomini che amano la pace
sono graditi a Dio. Non ci sono più cristiani di
Giudea o di Samaria, ma l’unico criterio di
appartenenza è la fede in Lui. Noi, che abbiamo ricevuto lo
Spirito Santo, siamo in grado come famiglia di accettare ed
amare le persone che il Signore ci mette lungo il nostro cammino?
3) Nella casa di Cornelio si sperimenta
la convivenza di persone provenienti da realtà
etnico-religiose diverse: ciò avviene per opera dello
Spirito Santo, che rende possibile questo incredibile cambiamento.
E’ un forte richiamo alla vita delle nostre
comunità ancora una volta lacerate dalle dispute e dalla
convinzione della supremazia del proprio cristianesimo. Come farci
cambiare dallo Spirito?
Presentazione
del lavoro dei bambini e degli adulti
Padre
nostro
SPERANZE DI PACE (HOPES OF PEACE)
Senti il cuore della tua città
batte nella notte intorno a te,
sembra una canzone muta che
cerca un'alba di serenità.
Semina la pace e tu vedrai
che la tua speranza rivivrà;
spine tra le mani piangerai,
ma un mondo nuovo nascerà.
Sì, nascerà il mondo della pace;
di guerra non si parlerà mai più.
La pace è un dono che la vita ci darà,
un sogno che si avvererà.
Semina la pace...